Liberta' senza paragoni
  News 2008, 2a parte
 

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     2a parte: Giugno - Dicembre 2008



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Prima Neve a San Bernardino
(16 novembre 2008), passeggiata verso Vignun

Per domenica Meteo Svizzera preannunciava vento da nord... al che io e Raffael abbiamo deciso di fare una passeggiata nella neve... 
La mattina quando ci siamo alzati in effetti la giornata era splendida, ma non c'era l'ombra di vento da nord... Che facciamo? Parapendio o Passeggiata?
Visto il lungo periodo di "lazzaronaggine" abbiamo pensato che un po' di attività fisica ci avrebbe fatto bene... 
Ci siamo attrezzati con tutto: tuta, gamasce, racchette, bastoni etc., visto che nessuno di noi aveva la minima idea ci quanta neve ci aspettava.
Destinazione San Bernardino. In paese la neve era già quasi sparita e il sentiero verso Vignun in apparenza non sembrava colmissimo di neve. Abbiamo deciso di munirci solo di bastoni e di gamasce e siamo partiti.
Fino a metà strada la neve era poca e solo a tratti spessa. Quando abbiamo "attaccato" la salita vera e propria però la situazione diventava un po' più impegnativa: si sprofondava dai 20 a 100 cm. A tratti era veramente faticoso... In un'oretta eccoci arrivati al ponte del fiume prima dell'alpe. 
Sia la vallata di Vignum che il panorama su San Bernardino era stupendo e tutta quella neve ti invogliava ad andare a sciare. 

                      
Nonostante io sia cresciuta a San Bernardino, non ho mai praticato lo sci escusionismo... ho cominciato a fare dei giretti in montagna da quando è cominciata la moda delle racchette. In Vignun, d'inverno, non ero mai stata, ma di sicuro ci tornarò appena possibile.
Alcune foto qui.


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Uscita del CVLT in Appenzello   
"Volare con la pancia piena"(26-28 settembre 2008)  

Penso che quest’uscita del Club Volo Libero Ticino non la scorderò così facilmente. Non ho mai mangiato così tanto…
Alcuni di noi sono già arrivati a Wasserauen venerdì. Aspettando il Luli che arrivava con il treno da militare, abbiamo fatto un veloce briefing in atterraggio. 
Le previsioni meteo erano dalla nostra, avremmo potuto fare un voletto serale…
Siamo saliti all’Ebenalp. Ognuno di noi si aspettava una planatina veloce veloce, invece fu un volo tranquillissimo in dinamica da est. Abbiamo potuto assaggiare un poco il panorama sulla falèse e sul semicantone di Appenzello interno: una vasta pianura di prati verdi, che si espande fino al lago di Costanza interrotta solo da qualche collinetta.
Il volo avrebbe potuto durare molto più a lungo se non fosse stato per un freddo pungente che ti entrava nelle ossa. I più duri sono riusciti a fare qualche decina di minuti in più, ma alla fine hanno ceduto tutti.
Affamati e soddisfatti dall’inatteso lungo volo, ci siamo recati in un posto in periferia di Appenzello. Il ristorante offriva un buffet a discrezione, sia per i primi e i secondi piatti, sia per il dessert.
Sabato mattina, ci ha raggiunto il resto del gruppo.
Le previsioni meteo erano ottimiste anche per quel giorno: ancora vento da est ma in diminuzione. La giornata era splendida anche se molto fredda, non c’era una nuvola. Siamo saliti all’Ebenalp.
Mentre salivamo in cabina cominciarono ad apparire i primi cumoli e poi in men che non si dica si è coperto tutto il fondovalle, un mare di nebbia. Sopra però c’era il sole e quindi abbiamo potuto goderci il panorama sulle montagne attorno come il Säntis, l’Hoher Kasten, etc.
Dopo una sauer Most, una birretta appenzellese … la nebbia si diradò e ci permise finalmente di volare.
Per essere la fine di settembre, non possiamo per niente lamentarci, abbiamo fatto dei bei voletti, alcuni di noi anche in termica.
Sonia, una persona che lavora per la scuola di volo, ci consigliò, per la cena, un ristorante tipico Appenzellese. Il posto serviva tutte cose a base di carne, spiedini giganti e altre varie bontà.
La domenica, la meteo prevedeva vento da Ovest nel pomeriggio e quindi quel giorno si avrebbe potuto volare dal Hoher Kasten. 
Aspettando che girasse il vento, abbiamo fatto il mattino ancora un voletto dall'Ebenalp. 
Dopo dieci minuti di macchina, eccoci a Brülisau in atterraggio, alla partenza della teleferica. 

Foto qui


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La Coupe Icare 2008
(18-21 settembre 2008)     con Gabi, Samanta, Mike, Kat, Manu, Jambo e Raul.

  Ebbene si, ci sono ritornata per la quinta volta. Anche quest'anno non ho resistito.
Mike a messo a disposizione il camper e siamo partiti in compagnia. 
Siamo arrivati a St.Hilaire che era ormai notte fonda, ben 5-6 ore di viaggio.
Il mattino quando ci siamo svegliati, pioveva a dirotto... Cavoli, tutta questa strada per niente?
Per fortuna dopo la colazione nel capannone della manifestazione, la pioggia si diradava e subito apparvero le prime schiarite. Il nostro umore migliorò di botto. 
Il vento proveniva da sud-est (Mistrale). 
Orca... chissà se si può volare comunque?
Nel frattempo usciva un sole che spaccava i sassi e la voglia aumentava... magari si avrebbe potuto addirittura volare in termica. Quando siamo arrivati al Camper ed abbiamo tolto le vele dal tetto ci siamo accorti che i sacchi si erano bagnati un poco. Dovevamo volare quasi per forza per asciugare il materiale. Di corsa ci siamo recati al decollo.
Molte vele erano già in volo e prendeveno quota. Il vento in decollo era tutto il tempo in schiena e di tanto in tanto di traverso. Tutti aspettavano la raffichetta che veniva di traverso per partire... e poi via. 
Una volta in volo, le termiche erano belle "corpose" e si saliva bene anche se l'aria era strana. Si sentiva che si volava in un leggero sottovento. Infatti la vela ogni tanto perdeva pressione. Dopo essermi fatta un'idea della condizione meteo ed avendo sufficiente quota sono riatterrata in cima, a nord del decollo. Subito dopo ho chiamato Jamin per avvertirlo nel caso di preoccupasse non vedendomi più. Gabi, invece, decollata subito dopo di me, pensava che fossi andata ad atterrare a valle. Seguendo una vela con i colori uguali alla mia andò ad atterrare nel fondovalle. La (mia) vela ad un certo punto ha avuto dei problemi: ha fatto una negativa ed è atterrata sulle piante. Gabi allarmata, preoccupata, ha subito cercato di raggiungere a corsa il luogo in cui il parapendista era sceso. Essendo infermiera di pronto soccorso stava già escogitando il modo di prestare soccorso, all'ospedale, ambulanza ed elicottero. Arrivata sul posto senza fiato, ha trovato un uomo in piedi (il pilota), il mio sosia, illeso che stava tentando di togliere il parapendio dalla pianta. In preda ad una crisi respiratoria non riusciva neanche a spiegare all'uomo il motivo per cui era lì. 
Ne approfitto per ringraziare Gabi per essersi peoccupata per me. 
La sera abbiamo preso d'assalto una Crêperie. Sapendo che il posto è sempre strapieno, io e Samanta ci siamo presentati all'orario d'apertura per occupare un tavolo. Gli altri ci hanno poi raggiunto qualche minuto dopo...
Le crêpes erano squisite, ce n'erano di tutte le sorti: salate, dolci, multicaloriche... una vera ciugnata!
Stanchi morti abbiamo deciso di andare a letto, magari l'indomani avremmo potuto volare prestissimo prima della chiusura dei decolli (per la manifestazione carnevalesca). 
L'indomani, ci siamo trovati immersi nella nebbia. 
Con calma siamo andati a far colazione nel capannone ben fornito e poi abbiamo fatto un giretto di "shopping parapendistico"  nei capanni d'esposizione. 
Tutti gli anni sono presenti, infatti, diversi rivenditori di parapendii. Si tratta di una concentrazione di negozi, trovi parapendii di tutte le marche e tutto quello che ti serve per volare. 
Verso mezzogiorno abbiamo preso posto in decollo, la manifestazione carnevalesca avrebbe cominciato appena la nebbia si fosse diradata. Fu proprio così. La base si alzò notevolmente; le maschere cominciavano a sfilare sull'area di decollo facendo le loro scenette preparandosi per il decollo. La partenza con certe maschere non era del tutto facile, il vento era poco e molto spesso laterale. 
Mi è piaciuta tantissimo una coppia mascherata da Adamo ed Eva: "il peccato originale"! 
Una coppia vestiti in calzamaglia color pelle, con delle foglie che coprivano le parti più osè, si esibivano sul tappeto del decollo con varie scenette. Dio sosteneva che gli uomini non erano stati creati per volare. Il serpente, invece, convinse la coppia ad aprire la mela che gli aveva portato. Tentati dalla curiosità aprirono la mela e ne trassero due vele e due sellette da parapendio e spiccarono il volo... la storia poi continua.
Uno spettacolo stupendo ci è stato regalato da una coppia di falconieri. Le due persone volavano con parapendio biplace accompagnati dall'acquila reale. L'aquila volava con loro in termica, a tratti riatterrava sul braccio del passeggiero del parapendio. Veramente emozionante.
La sera, come da tradizione, ci fu il lancio delle lanterne brasiliane, mini-mongolfiere che si innalzano nel cielo creando un'atmosfera mistica. Molto bello...

Una bella esperienza come sempre...
Vale la pena andare a St. Hilaire una volta nella vita, per volare sopra queste falèse impressionanti ma anche per vedere questi piloti mascherati in modo goffo che decollano, facendo uno show incredibile.

Foto qui


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Appenzello
(con Raffa) 8-9 agosto2008
      


Appenzello si o no? La meteo non promette niente di buono, vale veramente la pena di andare per due giorni? Queste erano le domande che ci ponevamo fino all'ultimo. Alla fine siamo partiti comunque. 
L'idea era di arrivare in Appenzello la sera presto così da poterci gustare un volo serale dal "Kronberg" (Gonten). Per strada però ascoltando il messaggio poco ottimista sulla segreteria della scuola di volo locale, abbiamo deciso di prendercela con calma: fermata all' Heidiland, giretto turistico nel Toggenburgo ed infine visita alla nonnina di Raffael. 
La sera siamo usciti ad Appenzello, c'era una festa folcloristica animata da gruppi che suonavano Ländlermusik (gli appenzellesi ne vanno fierissimi). Non essendo il mio genere muscale è stato divertente comunque, soprattutto vedere questi strumenti particolari, gli Hackbrett, e le fisarmonichine a bottoni.
La zia di Raffel, Lucia, ci ha ospitati a casa sua: casa tipicamente appenzellese. All'esterno la facciata è ricoperta di squame in legno, finestrelle relativamente piccole ed un giardino strapieno di fiori ed ortaggi ben curati. L'interno, in legno, è molto grazioso e minuto, poco spazioso. Il soffitto è bassissimo, una persona alta 200 cm non so se riesce a stare in piedi senza toccare con la testa il soffitto. Casetta molto intima. 
                          

Il giorno dopo ci siamo svegliati carichi per farci un voletto. Il mattino la meteo prevedeva ancora ovest, ma lo davano in diminuzione verso mezzogiorno. Infatti il messaggio sul nastro della scuola era ottimista e diceva che la scuola si trovava a Brülisau alla partenza della funicolare di "Hoher Kasten".
Adi, l'istruttore, ci ha poi spiegato che se l'ovest non è troppo forte da questa montagna si può volare. L'unico problema che si presentava era la base bassa. L'attenna del Hoher Kasten si affacciava appena e poi riscomapariva nella nebbia. 
All'arrivo in cima la nebbia era ancora abbastanza fitta. Siamo scesi ca. 50 m verso il decollo. La situazione era nettamente migliore da lì. La nebbia si stava alzando... Si avrebbe volato. 
E così fu... Già al primo volo siamo risciti a veleggiare un pochettino. Ma il secondo ha reso molto di più. Si riusciva ad arrivare alla base grazie ad alcune termiche ed in parte alla dinamica da ovest.
Subito sotto le rocce a metà strada fra decollo ed atterraggio c'è un ristorantino. Stanchi di volare... atterraggio al pendio e ci siamo concessi una pausa al ristorante. Sembrava come una giornata sulle piste. Ti fermi a bere un goccio in mezzo alla pista e poi riparti. La stessa cosa in volo, mica male no?
Insomma ne è valsa la pena di andare fino in Appenzello. Voletti rilassanti e tranquilli.
Speriamo di ritornarci presto... 

Colgo l'occasione per ringraziare per l'ospitalità: Judith, Lucia, Ueli e Thomas e per i "consigli volatori" l'istruttore Adi. 

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Irlanda
(con Antony) 25-29 giugno 2008
      


Un viaggio improvviso... Quel week-end avevo tutt'altre intenzioni, pensavo infatti di andare in Engadina a fare la maratona di Roller. Ma non trovando nessuno che mi accompagnasse ho abbandonato l'idea. Chattando con Antony, lui mi chiede se l'accompagno in Irlanda. All'inizio ero scettica... ma poi chiedendo senza convinzione al mio boss se potevo prendere vacanza e mi sono poi decisa. Ne è valsa la pena. 
Siamo atterrati a Shannon verso mezzogiorno, Antony ha preso una macchina a noleggio. Ci siamo spostati nei dintorni di Cork, verso sud-ovest. La sua famiglia abita a Kinsale, sulla costa. 
Kinsale è una piccola cittadina, graziosa ed accogliente. 

 

La sera stessa Felicity, la sorella di Antony, ci aveva organizzato la serata: Prima un cenetta in centro a Cork e poi a teatro. 
Il linguaggio del teatro era inglese poetico, molto sofisticato, per cui per me è stato molto difficile comprendere tutto. Diciamo che almeno la trama l'ho intuita... . Le scenette si svolgevano in un capannone industriale. Il pubblico non era seduto bensì in piedi. C'era uno scopo ben preciso per farci rimanere in piedi... delle luci sul soffitto guidavano il pubblico in diversi punti del capannone dove si trovavano le diverse scenografie e scenette. Molto originale come idea! 
Questo fu il mio primo impatto con la lingua inglese, dopo anni che non spiaccicavo più una parola. Divertente ma faticosissimo...
Il giorno dopo pioveva a dirotto... abbiamo visitato la graziosa cittadina di Kinsale. Antony aveva deciso di farmi mangiare una colazione 100% irish, molto fat.
Nel primo pomeriggio abbiamo fatto un giretto in macchina lungo la costa e più tardi, scroccando un passaggio al padre di Antony Hugh, e a Wendy, sono andata a visitare Cork. 
Sia Kinsale che Cork sono caratterizzate da queste viuzze strette con dei palazzi neanche tanto alti (2-3 piani), coloratissimi e ben decorati. In Irlanda, il sole splende poco, la maggior parte del tempo piove. Queste casette danno vitalità e il grigiore dei giorni piovosi non pesa così tanto. Questa allegria che trovi nelle case, la ritovi anche nelle persone, molto simpatiche e chiacchierone. 
La sera stessa si era programmata una partita a poker che alla fine si è tramutata in "guardare la partita degli europeri Spagna contro beh non mi ricordo". 
Per il terzo giorno io ed Antony avevamo in mente un programmone con i fiocchi. Ci eravamo messi in testa di salire sulla montagna più alta d'Irlanda (1000 m.s.l.m). L'idea non era male. Siamo partiti alle 7.00 della mattina, direzione Glencar, più o meno 20 km da Killarney e ca. 150 km da Kinsale.
Glencar era il posto dove, almeno secondo internet, tutte le persone partono per salire sulla montagna di Carrantuohill. 
Dopo esserci persi 50 mila volte e girato in tondo per una centinaia di volte, siamo arrivati finalmente ad un cartello stradale con la direzione di Glencar. Il cartello indicava una distanza di 9 km. Antony disse, finalmente ce l'abbiamo fatta, siamo arrivati... manca ormai pochissimo. Felici di essere quasi arrivati, eravamo impazienti di vedere questo famoso villaggio turistico. 
La strada continuava diritta fra le colline... ad un certo punto Antony guarda il contachilometri e mi dice: non è possibile ci siamo persi di nuovo, sono già passati 11 km e del villaggio Glencar neanche l'ombra. A quel punto abbiamo girato la macchina, tornando indietro ci siamo fermati in un bar a chiedere informazioni. Glencar, anche se marcato come paesino sulla cartina geografica, non era altro che quel bar, in cui vi è anche l'ufficio postale. Tutto li, un posto sperdutissimo! Incredibile. 

                      

Entrati nel bar, un irlandese incuriosito dalla nostra presenza in quei posti sperduti ha subito cercato di attaccar bottone in un dialetto "inglese-irlandese". Abbiamo scoperto con amarezza che c'era un altro posto da cui partire per salire a piedi sulla montagna molto più vicino a Killarney. Questa persona, anche se immagino non è mai salito su una montagna in vita sua, ci ha sconsigliato di salire. Sembra che, per sentito dire, il sentiero non sia tanto bello e che molta gente, recentemente e in passato, si sia persa, restando in giro per le montagne giorni e settimane. Sentendo le storielle fantastiche di questo personaggio alla fine abbiamo rinunciato (non tanto per le storielle quanto per la nebbia) e ci siamo accontentati di fare un giretto a piedi nei dintorni della metropolitana Glencar. 
Ritornando verso Kinsale abbiamo seguito una parte del Ring of Kerry. 
Ring of Kerry è un tratto di strada celebre in tutto il mondo per gli splendidi ed incontaminati paesaggi lungo la costa sud occidentale. 
La sera dopo aver magiato a casa di Cathy, mamma di Antony, siamo andati in un Pub a Kinsale, dove suonava un gruppo local. La musica era ottima. 
In questo pub, Antony mi ha costretta a bere una Guinness, dicendomi che non avrei potuto tornare a casa senza averne bevuta una. Bahh un mattone amaro. 
Sabato mattino, Richard e suo figlio Ethen ci aspettavano per colazione. Colazione a base di uova e salsicce.
Dopo la colazione leggera ci siamo diretti in bicicletta verso Charles Ford: un'antica fortezza risalente al periodo attorno al 17-18 secolo ormai abbandonata. La fortezza ha una forma a stella e si trova all'entrata della baia di Kinsale. Dall'altra parte sulla pensola di Kinsale si trova un altro forte un po' più piccolo che si chiama James's Ford. 
Nel pomeriggio, Felicity ci aspettava per fare un giretto in motoscafo. L'acqua era 15° e il tempo era nuvoloso e freddo. Nonstante questo Antony, Felicity e il suo ragazzo hanno fatto Wake-board. Dei veri temerari. 

  

Al porto ci aspettava un musetto curioso che ci scrutava con due occhietti grandi: una foca. Mai vista una foca da così vicino... stupenda.
La sera siamo usciti con tutta la famiglia di Antony a cena, che ringrazio tantissimo per la loro calorosa accoglienza.
Subito dopo cena, grazie a Felicity che ci ha procurato, ci siamo recati di nuovo a Cork per vedere il concerto di Christy Moore: un popolare folk singer, cantautore e chitarrista irlandese. 

 

Foto qui.


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Il mio record personale a Föisch
21 giugno 2008
 (5° Task di campionato ticinese)

Sfruttando il permesso di atterrare ad Ambri all'aeroporto, in occasione delle auto storiche, sabato 21 giugno la miniliga ha previsto una Task dal Föisch, zona Ritom.
Ho già volato da Föisch, non era la primissima volta... comunque non conoscendo la zona si è sempre un po' titubanti nello spostarsi da una montagna all'altra. A sud si ha timore di passare il Pizzo Pettine perchè si ha paura dei rotori causa vento forte di valle, mentre andare verso nord, ossia verso Airolo, si ha la paura di non riuscire a tornare indietro.
La gara del campionato è stata un'ottima occasione per finalmente conoscere le montagne e le vallate più a nord del Ticino come la Leventina e la val Bedretto. Volando in compagnia ci si sente in un qualche modo più sicuri e coraggiosi. Inoltre seguire altre persone rende molto più facile localizzare le termiche più reditizie.
Manuel e Desche avevano progettato una Task di quasi 60 km. Poche boe, ma ognuna molto lontana dall'altra, La prima Boa era in Valle Bedretto, la seconda a sud davanti al Pizzo Molare (alpe di Nara), per passare la boa di sicurezza bisognava ritornare sotto il Pizzo Pettine e infine atterrare a Faido.
All'inizio sembrava un'impresa impossibile. Ma poi una volta in volo cominci a concentrarti ed a provarci. Presa la prima termica si vedeva subito che la giornata prometteva bene. Infatti da subito siamo salite sopra i 2600 m di altitudine, la base delle nuvole era a nord di Föisch ancora più alta. Man mano che riescivo a passare le boe, pensivo sempre di più che avrei potuto arrivare in Goal con il rischio però di sconcentrarti e di non riuscire più a continuare. 
Spostandosi verso Airolo, si trovavano cime sempre più innevate e rocciose. Lo spettacolo che si viveva da lassù ti lasciava senza fiato. Tutti questi nevai e laghetti alpini erano una favola. 

                           

Addirittura, sopra il passo del Gottardo risucivo ad intravvedere lo spiazzo erboso di Arni (Canton Uri), dove mia nonna ha una casina di vacanza. Incredibile. La mia quota si aggirava già verso i 3000 m. Le cime delle montagne erano di fianco a me e il passo della Nufenen non era poi più tanto lontano. Quando si hanno certe quote sembra tutto a portata di mano, anche se in effetti mancano ancora diversi chilometri.
La stanchezza gioca un ruolo determinate. Quando sei in volo da già più un paio di ore, cerchi la termica sempre con meno convinzione ed alla fine non riesci più a salire e abbandoni la gara. La crisi, nel mio caso, si è presentata sul finale. Presa l'ultima boa dell'Alpe di Nara, mi sono detta: ora è quasi fatta... non concentrandomi più cosÌ tanto passando sopra Carì quasi quasi non riuscivo più a salire e la vista dell'atterraggio appena lì sotto mi allettava. Non ce la facevo più ero distrutta.
Durante questi 10 min di crisi, mi sono detta: non posso lasciarmi andare così, avrò fatto ad occhio e croce almeno 40 km, è un peccato andare ad atterrare adesso che la Task è quasi finita. Con delle frasi di autoconvincimento (che mi dicevo ad alta voce), mi sono tirata assieme ho ritrovato la concentrazione.  L'impegno è stato premiato, sono riuscita a fare quota ed arriavare alla boa di sicurezza. Quando ho passato in volo la linea del Goal ero mega soddisfatta ma esausta ad un punto tale che l'atterraggio mi sembrava una cosa impossibile da sostenere.  Altre frasi di autonvincimento, del tipo; dai ora concentrati ancora 5 min e poi sei atterrata, mi raccomando non fare cretinate adesso che sei alla fine.
Poggiare i piedi per terra è stato un sollievo. Ero soddisfatissima non solo del volo panoramico ma anche del fatto che sono riuscita a automotivarmi e a tenere duro.
Un record che ricordo con piacere perchè me lo sono sudato.

Qui alcune foto.


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Cena al buio a Milano
11 giugno 2008  (con Franci, Miki, Margi, Carolina, Gabriella e Dr. Caranzano)
      

Marcoledì sera ci siamo travati per fare una cena fra colleghi di lavoro. Questa volta non era una cena qualunque... si trattava di una cena completamente al buio. 
Ci siamo recati presso l'istituto per ciechi a Milano per provare questa nuova esperienza. 
Prima di entrare abbiamo dovuto lasciare in un armadietto tutto quanto era una potenziale fonte di luce. 
All'entrata ci aspettava Giuliano che ci ha guidato per un piccolo percorso al buio fra suoni, pavimenti di diverso tipo e sensazioni tattili (accarezzare una mucca al buio, etc.). L'unico aiuto era un bastone da ciechi e la persona che ci stava davanti. Tutto il tempo sono stata infatti aggrappata alla Margi... fino a che non ci siamo fermati. A quel punto ci è stato offerto un aperitivo e infine Giuliano ci ha guidato fino al nostro tavolo. 
Quando tutti hanno poi preso posto (59 persone) tutti eravamo affamatissimi... . 
L'antipasto era delizioso: torta salata (da leccarsi i baffi e le dita) e diversi stuzzichini fritti (verdurine). 
Il primo piatto era a base di pasta al pomodoro fresco, basilico, olio d'oliva ed aglio. Mentre il secondo: arrosto con patate al forno. 
Il dessert era una deliziosissima meringata. Il tutto accompagnato da un vino Cabernet.
Un menu assolutamente gustoso. 
Per mia esperienza (sicuramente individuale) posso dire che gli odori delle pietanze erano amplificati. Ancora prima di avere il piatto davanti, se ne capiva già il contenuto. 
I suoni e le voci erano più martellanti, anche per il fatto che al buio la gente ha tendenza a parlare più forte. 
Questa esperienza per me è unica e rimarrà tale. È veramente molto faticoso restare 3 ore senza vedere nulla. La concentrazione richiesta ad un certo punto ti fa venire mal di testa. Gli occhi cercano ovunque una fonte di luce, non riuscendoci cominciano ad affaticarsi e ad indolenzirsi. 

Tutto sommato si tratta di un'esperienza particolare che val la pena di provare una volta nella vita. 
Per informazioni potete cliccare il seguente link.

Foto qui, chiaramente solo quelle prima di entrare. 


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Arni
Dal 9 al 11 giugno 2008
 (con Raffa)

Per il Ticino la meteo prevedeva pioggia, pioggia, pioggia... incredibile ancora acqua, come se fino adesso non ne avessimo già avuta abbastanza. In Svizzera interna invece il bolletino meteo prevedeva un tempo variabile e tendenzialmente asciutto. Allora abbiamo pensato bene di tentare... si va ad Arni. 
Arni è una zona del canton Uri stupenda per fare delle passeggiate in montagna ed immergersi nella natura.
Quando mi si chiede dov'è Arni, io gli rispondo che è sopra ad Amsteg e la gente arriccia il naso. Infatti quando arrivi in questo paesino ci si chiede, ma come diavolo si fa a fare le vacanza in questo posto. La valle è piena di cavi, fili dell'alta tensione, c'è l'autostrada, le montagne a lato salgono praticamente perpendicolari alla valle. Un posto a dir poco cupo. 
Dalla parte sinistra della montagna sale una gondola gialla picccolissima che ti porta su un terrazzo erboso lunghissimo, chiamato Arni. Lo spiazzo si estende per diversi chilometri verso Erstfeld e verso Gurtnellen. 
Mia nonna ha una casetta su questo terrazzone... la casa è stata costruita oltre 50 anni fa dal mio bisnonno... bellissima trovata! 

Siamo usciti dal Gottardo domenica e c'era la nebbia. La prima cosa che abbiamo pensato è che abbiamo fatto un buco nell'acqua. 
Salendo ad Arni con la gondolina abbiamo pensato di non arrenderci, eravamo li per cercare il sole. Abbiamo così deciso di salire a piedi al Sonnigrätli che è ca. 2000 m.s.l.m. 
Poco prima della cima siamo sputati fuori dalla nebbia e si è presentato uno spettacolo stupendo. Un mare di nebbia omogeneo con ai bordi le alte cime delle Alpi (quasi tutte sui 3000 m), il Bristenstock, Chli Windgöllen, Grosse Windgällen, Oberalpstock etc.
Al secondo giorno si è presentato lo stesso scenario... nebbia densa. Abbiamo quindi deciso di cambiare posto. Siamo scesi con la gondola e siamo andati a Bristen che si trova nella Madranertal, a pochi chilometri da Amsteg. Dopo essere saliti con una cabinovia a Golzern (ormai il canton Uri è pieno di funivie) e ci siamo incamminati verso la Windgällenhütte, capanna sotto montagnone di oltre i 3000 m. Anche qui lo scopo era di cercarci un posticino al sole. Durante la salita ci siamo riusciti ma arrivati alla capanna la nebbia purtroppo ci ha raggunti. 
Martedì mattina invece, quando abbiamo aperto gli occhi, il sole entrava già con grande energia dalla finestra della camera. 
Tutti e due ervamo beati: quel giorno si avrebbe volato. 
Ci siamo recati a Brunnen (Canton Svitto) e siamo saliti al Fronalpstock (ca. 2050 m.s.l.m.).  Vista a 360° sul Vierwaldstättersee, sul Zugersee, sull' Altipiano e sulle Alpi. 
Siamo decollati ed abbiamo planato fino all'Urmiberg dove siamo riuscita a salire facendo Soaring e termica. 
Sfiniti dalla grand pacchia dei 3 giorni, ci siamo straiati al "Badi" di Brunnen a prendere il sole. Faceva talmente caldo che siamo addirittura entrati nel lago a fare il bagno ignari che l'acqua era solo di 15°. 
Tutto sommato ci siamo divertiti un sacco. 
Grazie Raffael per l'ottima compagnia. 

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